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Il patto sotto la lente






Giovedì diciannove febbraio è stato approvato il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile dal consiglio comunale di Noceto (PR), piano da noi realizzato con il medesimo approccio pianificatorio utilizzato per il piano di Medesano. Non vorrei però tediarvi ulteriormente sul tema, ma piuttosto colgo l’occasione per fare il punto sulla situazione dell’iniziativa del patto dei sindaci in Italia e non solo.

Il cinque agosto 2013 abbiamo pubblicato un post, da nome il "boom del patto dei sindaci", dove parlavamo della classifica degli stati che hanno più comuni aderenti al patto. La classifica vedeva l’Italia primeggiare insieme a Spagna e Grecia. Dopo due anni il trend non è cambiato anzi, l’Italia è sempre la capofila, infatti ben il 37% dei comuni italiani si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2. In quell’articolo ci siamo però fatti delle domande e siamo giunti alla conclusione che molto probabilmente questo fenomeno è generato, sicuramente da una maggior consapevolezza sui problemi energetici, ma anche dall’assenza di risorse che spingono gli amministratori locali a ricercarle a livello europeo e dall’assenza di una pianificazione energetica sovracomunale che spinge le amministrazioni a compensare con una pianificazione locale.

A questi fattori però vorrei aggiungerne un quarto: il fattore comunicazione che il patto dei sindaci può rappresentare per la politica. Per spiegare meglio questo concetto abbiamo preso un territorio campione, la provincia di Parma e abbiamo analizzato quali comuni hanno aderito al patto e quali hanno poi veramente realizzato il piano. Dei quarantasette comuni della provincia, trenta hanno firmato il patto, quindi il 65% dei comuni parmiggiani. Però se poi andiamo ad analizzare chi ha approvato il piano in consiglio comunale, il numero scende a ventiquattro. Qualcuno potrebbe pensare che i comuni mancanti, sono quelli che stanno ancora approvando il piano, legittimo, però i sei comuni in questione hanno siglato il patto tra il 2012 ed il 2013, due anni sono eccessivi per l’approvazione del piano, visto che l’Europa da un periodo massimo di diciotto mesi tra la firma e l’approvazione. Questo è un primo dato che va raccolto per capire che non tutti i 3.028 comuni italiani che hanno siglato il patto, hanno poi preso un impegno concreto, con l'approvazione del piano in consiglio comunale.


Oltre a quanto descritto sopra c’è un altro aspetto, forse ancora più delicato, sette comuni della provincia hanno organizzato una conferenza stampa con  relativi comunicati, opportunamente e giustamente raccolti da tutti i media locali, dove annunciavano la firma congiunta del patto dei sindaci. A distanza di due anni e mezzo, quattro dei sette comuni hanno realizzato il piano, due comuni hanno firmato solo l’adesione ed un terzo, Mezzani, non ha nemmeno mai siglato il patto.

La conclusione di questa semplice inchiesta è che i numeri ed i dati bisogna sempre cercare di guardarli con una lente critica ed attenta, lente che dovrà essere più attenta e precisa quando si andranno ad analizzare i monitoraggi delle azioni realizzate , in modo da evitare che il patto dei sindaci sia un semplice lustrino gettato  negli occhi dei cittadini.