Settimana scorsa, con l’inaugurazione di EXPO2015 a Milano, siamo stati a visitare la fiera per un reportage fotografico che mostrasse lo stato dei luoghi e soddisfare così la curiosità di molti. Il tema è “nutrire il pianeta, energia per la vita”, cioè riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Questa che sembra essere una semplice frase di presentazione, in realtà racchiude molti obiettivi per lo sviluppo sostenibile tra i quali un nuovo concetto di pianificazione territoriale, il primo strumento concreto in nostro possesso per preservare tradizioni, colture agricole, ambiente e biodiversità. In molti paesi dell’Unione Europea e non, la pianificazione ha già subito da tempo una radicale trasformazione perché si è intuito che l’urbanistica, intesa come sviluppo del costruito, è una materia “superata”. In Olanda, per esempio, la pianificazione tratta i temi legati all’ambiente e alle reti ecologiche da un ventennio perché pianificare sistemi ecologici e ambientali è il primo passo per affrontare la sostenibilità del cibo e della salute umana; proteggere la biodiversità, rafforzare gli ecosistemi e pianificare la città su modelli eco-sostenibili sono modelli imprescindibili per lo sviluppo sostenibile di un paese. E qui in Italia? E in Lombardia, dove l’EXPO trova sede?
Beh qui da noi questi concetti stanno entrando nelle discussioni politiche ai diversi livelli ma ancora molto deve essere fatto, a livello tecnico e culturale. Le leggi regionali territoriali degli ultimi anni stanno andando nella direzione corretta ma a livello locale prevalgono ancora logiche di espansione dell’urbanizzato, anche in questo momento storico in cui alloggi e edifici produttivi in esubero sono migliaia e sparsi ovunque. Per questo motivo mi sento di dire che l’urbanistica, intesa nel senso classico del termine, è una materia dismessa; l’EXPO lo conferma e lancia il messaggio che è arrivato il momento di pianificare l’ecologia, valorizzare gli elementi naturali del territorio, attuare politiche e investire in interventi concreti di ripristino ambientale e valorizzazione del paesaggio. La LR 12/2005 (Governo del Territorio) esplicita il modello urbanistico sul quale i comuni lombardi hanno l’obbligo di pianificare ma è un modello zoppo. Nella legge si parla di “valutazione ambientale” ma non si fa riferimento a uno strumento che regoli la pianificazione ecologica. Il PTR del 2010 (Piano Territoriale Regionale) ha introdotto il concetto di reti ecologiche ma di fatto nei PGT (ex PRG) questo aspetto viene relegato a qualche elaborato cartografico e ad un insieme di norme, percepite però quale aspetto secondario, se non d’intralcio, dal cittadino e dalle pubbliche amministrazioni. Per questo motivo Stato e Regioni hanno il compito di rinnovare radicalmente il concetto di pianificazione e porre l’ecologia del territorio al primo posto per allinearsi a ciò che l’EXPO chiede; a mio avviso il primo impegno era preservare gli 1,1 milioni di metri quadri di terreni agricoli per collocare la fiera internazionale in aree industriali metropolitane dismesse, di cui Milano e la sua periferia abbonda (basti pensare all’ex area Falck a Sesto S. Giovanni). D’altronde, se non si preservano le aree agricole come possiamo pensare di nutrire il pianeta?
(nell'immagine Masterplan ecologico di Shunde City, Guangdong, China)
Le ex aree Falck a Sesto San Giovanni
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