L’efficienza energetica
del nostro sistema paese è alta, infatti tutti gli indicatori d’intensità
energetica dell’Italia sono sopra
la media europea. Non voglio iniziare la frase con un però critico verso il
nostro paese, ma piuttosto con un però di speranza, perché tanto si può fare
ancora in questo settore.
Basta analizzare un
semplice dato: l’incidenza delle installazione di pompe di calore e di caldaie
a condensazione , rispetto alle installazione di impianti termici
“tradizionali” che pur rispettando gli standard minimi di efficienza e
rendimento energetico , fissati dalla normativa nazionale, non hanno la
medesima capacità di risparmiare combustibile delle caldaie a condensazione e
delle pompe
di calore (aria-acqua; acqua-acqua).
Esaminando i dati ENEA
delle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di efficienza energetica,
risulta che il 24 % degli interventi realizzati sono per installazioni di
caldaie a condensazione (n.68.318 impianti) e 3 % per pompe di calore (n.8.539
impianti). Il numero se analizzato in maniera relativa rispetto agli altri
interventi di efficienza energetica, come serramenti o coibentazione
dell’involucro, può sembrare anche importante, ma se lo valutiamo in senso
assoluto, il dato si ridimensiona. Il parco impianti italiano infatti è
costituito da circa 19
milioni di impianti, di cui la metà termoautonomi, considerando che in
questo periodo storico di crisi economica il livello di rinnovamento annuo
degli impianti è di circa il 5% all’anno, si può stimare che ogni anno vengono
sostituiti 500.000 impianti. Se prendiamo il dato ENEA delle installazioni di
caldaie a condensazione e di pompe di calore e lo paragoniamo al dato assoluto,
emerge che solo 15 % del totale viene sostituito con questi impianti ad alta
efficienza.
La caldaia a
condensazione ha un costo iniziale sicuramente maggiore della caldaia
tradizionale, considerando però gli incentivi sottoforma di detrazioni fiscali
e soprattutto il risparmio di combustibile, riteniamo che ci siano dei margini
ancora molto ampli per una maggiore penetrazione di questa tecnologia ed anche
di quella della pompa di calore. Questo gap deve essere colmato da una maggiore
divulgazione delle opportunità d’incentivazione e di risparmio energetico, tenendo
ben presente che cambiare il
parco impianti con impianti ad alta efficienza comporterebbe aumentare il
rendimento termico medio e ridurre da 2 a 3 volte le emissioni di gas clima
alteranti in atmosfera.
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