Una nuova era del fotovoltaico sembra che si stia affacciando all’orizzonte. Dopo le centrali solari a concentrazione nel sud della Spagna, al solare termodinamico di Priolo , al progetto visionario Desertec, in Giappone, nella città di Kasai, è stato da poco innaugurato il primo impianto solare galleggiante.
Il Giappone, dopo il disastro di Fukushima, ha rivisto la sua politica energetica, abbandonando il nucleare e puntando sulle energie rinnovabili ed in particolare sul solare. Ha costruito un’impianto solare galleggiante costituito da pannelli solari fotovoltaici di tipo tradizionale, con il vantaggio di non erodere territorio e sfruttare il raffrescamento del mare in modo da aumentare l’efficienza dell’impianto.
Gli impianti solari a concentrazione e gli impianti solari termodinamici sono tecnologie ancora in fase di sviluppo, quindi molto costose e non applicabili a grande scala. Il progetto Desertec invece propone l’installazione di centrali solari di tipo tradizionale nel deserto, che sfruttano le ampie superfici e la grossa quantità di sole a disposizione. La criticità di questo progetto è però legata all’infrastrutturazione di un territorio aspro e difficile che causa un aggravio dei costi e quindi la sostanziale irrealizzabilità.
Il progetto giapponese supera tutte queste difficoltà, utilizzando la tecnologia matura dei pannelli solari in silicio ed allo stesso tempo installandoli su piattaforme galleggianti in prossimità della costa, annullando così i problemi legati ai costi di trasporto dell’energia.
Partendo da due premesse, la prima che questo progetto potrebbe essere il futuro e la seconda che l’Italia non è il Giappone, è interessante considerare quali potranno essere le criticità dell’installazione di questi impianti nel nostro paese. Ne vedo essenzialmente due, la prima più importante, è la salvaguardia del paesaggio e quindi delle nostre meravigliose coste, la seconda è la resistenza culturale che gli interventi energetici , in particolare off-shore, generano nella cittadinanza, basti pensare al caso dell’eolico off-shore in Italia…..
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