Quale dev'essere il ruolo delle banche oggi? E in particolare quale il loro ruolo nel raggiungimento di quegli obiettivi strategici di efficienza energetica fissati a livello Comunitario?La risposta non è facile. La Commissione Europea prova ad indicare l'indirizzo che le banche italiane dovrebbero intraprendere all'interno delle raccomandazioni 2013[1] nel più ampio quadro delle strategie per il 2020. La UE pone l'accento sulla garanzia di accesso al credito e introduce come auspicabile l'accesso a "strumenti alternativi a quelli bancari per promuovere l'innovazione e la crescita delle imprese". Questi due aspetti delle indicazioni europee ci danno un quadro abbastanza coerente della situazione attuale se trasposti sul settore della riqualificazione e dell'efficienza energetica. Dopo anni durante i quali le banche hanno fornito strumenti finanziari al privato per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da FER -quasi esclusivamente focalizzati sul fotovoltaico in stretta relazione con gli incentivi del conto energia-, ora che gli incentivi hanno mutato indirizzo si è giunti ad un momento di cambiamento in cui i vecchi strumenti finanziari non corrispondono più alle esigenze del privato che si sta muovendo verso interventi orientati alla riqualificazione dell'impianto termico (conto termico) o dell'immobile (detrazione 65%). Ma le banche non stanno predisponendo adeguati strumenti finanziari per attivare questi processi di riqualificazione rendendo, come dice la UE, difficile l'accesso al credito per il privato. L'altro aspetto che emerge dalle raccomandazioni UE 2013 è quello legato agli strumenti alternativi a quelli bancari per promuovere crescita e innovazione. Da questo punto di vista è sicuramente interessante considerare il ruolo che stanno giocando i PPP (Partenariati Pubblico Privato) dove la partecipazione del privato durante tutto il ciclo di vita di un'opera o di un servizio pubblico, assicura il raggiungimento degli obiettivi strategici posti da una Pubblica Amministrazione che viene così sgravata di buona parte del peso economico dell'investimento, che ad oggi non può peraltro sostenere per noti vincoli di spesa. Anche la sempre maggiore diffusione delle ESCo può essere interpretata in tal senso: uno strumento, o meglio un attore, alternativo a quello bancario per promuovere interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio in chiave energetica. In ogni caso, anche in questi esempi in cui il partenariato tra soggetto pubblico e soggetto privato assicura servizi alla collettività, il ruolo delle banche è spesso fondamentale. Sono infatti le banche ad erogare prestiti o finanziamenti al soggetto privato del partenariato. Ecco allora che il monito della UE di garantire l'accesso al credito deve essere rispettato.
Esiste poi un grande tema che a mio avviso rimane inatteso: i piccoli investitori privati. Questi soggetti infatti, alla luce dei nuovi incentivi messi in campo dal governo e resi peraltro strutturali, potrebbero essere messi in condizione di investire capitali per un'azione di riqualificazione energetica di un patrimonio immobiliare, quello italiano, capillare e di proprietà. Ma le banche in questo senso sembrano abbastanza sorde sul versante finanziamenti dedicati e se decidono di rivolgere il proprio sguardo al privato lo fanno verso quel privato che muove numeri sicuramenti più appetibili, come le aziende. Ma credo che, per centrare gli obiettivi di sostenibilità e per dare un respiro ad un'economia in affanno, l'apertura al credito ai piccoli privati, ai singoli cittadini, sia una strada da percorrere per le banche. Potranno farlo in prima battuta quelle banche territoriali, che più sono radicate e diffuse sul territorio. Ma sicuramente questa è la strada da percorrere per tutte le banche italiane (ed europee). Sono strumenti finanziari di entità modeste che richiedono una parcellizzazione di risorse maggiore, ma sono certo che questi potranno contribuire in maniera determinante a garantire un futuro concreto al nostro Paese (oltre a risultare sostenibili anche per le banche). L'epoca dei guadagni facili, dei derivati e dei giochi d'azzardo di banche e Pubbliche Amministrazioni è finita. Puntiamo sui cittadini!
Per approfondimenti:
Europa 2020. Priorità.
http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-a-nutshell/priorities/index_en.htm
Europa 2020 in Italia.
[1] La prolungata recessione ha compromesso la resilienza delle banche italiane e la loro capacità di sostenere l'attività economica, un aspetto critico se si considera il ruolo centrale svolto dalle banche nel finanziamento delle imprese. L'Italia dovrebbe migliorare la redditività e l'efficienza del settore bancario e, in particolare, affrontare il problema dei prestiti in sofferenza. Andrebbe inoltre migliorato l'accesso al credito e a strumenti alternativi a quelli bancari per promuovere l'innovazione e la crescita delle imprese.
http://ec.europa.eu/europe2020/pdf/nd/csr2013_italy_it.pdf
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