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il green deal italiano esiste?





L’edilizia è un settore in crisi, basta aggirarsi nelle periferie delle nostre città per rendersi conto della quantità di cartelli vendesi associati ad edifici con ante chiuse e giardini incolti. I numeri però aiutano ad aumentare la percezione, in Italia il settore delle nuove costruzioni alla fine del prossimo anno avrà perso il 54,2% della produzione di nuove case, in Europa, se pur meno acuta, tra il gennaio 2008 e l’aprile 2012, ha subito un calo del 17%. Il settore è in crisi per una questione congiunturale, ma soprattutto per una questione sistemica: si è costruito male più di quanto servisse. Il futuro dell’edilizia, non sarà più quindi associato alle nuove lottizzazioni che tante soddisfazioni hanno dato agli impresari anni ’90, ma piuttosto al recupero, inteso come recupero architettonico, ma anche recupero o risanamento energetico.

Il risanamento energetico aiuterà il settore delle costruzioni a trovare nuovi sbocchi economici, aiuterà inoltre al raggiungimento degli obbiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 imposti dalla UE, dal momento che il settore degli edifici (residenziali e commerciali) in Europa sono responsabili di ben il 40% delle emissioni totale ed in Italia del 32 %.

In Danimarca ed in Gran Bretagna hanno messo da poco a punto dei meccanismi che vanno nella direzione di promuovere il risanamento energetico. In Danimarca è possibile grazie all’iniziativa ed alla collaborazione tra le Banche e le Utility dell’ Energia , le nostre Enel o Edison per intenderci, le quali offrono prodotti bancari pensati per incentivare il cliente ad investire in efficienza energetica, con la garanzia di ottenere un effettivo risparmio. La banca prima ascolta le esigenze del cliente, poi gli offre una consulenza energetica gratuita, in modo da individuare gli interventi di efficienza più opportuni, una volta realizzata la diagnosi vengono finanziati gli interventi identificati dal consulente, offrendo tassi bancari agevolati. Il cliente ha un tasso d’interesse vantaggioso e la certezza del risparmio, la banca ha la garanzia che gli interventi finanziati abbiano un ritorno economico.

In Gran Bretagna invece è stato varato il Green Deal, dove viene dato mandato alle Utility di investire sull’efficienza energetica degli edifici brittannici, in cambio, non essendo delle no profit benefiche, di una bolletta fissa da pagare per un periodo di 20 anni. L’accordo è legato all’immobile e non all’inquilino. L’utility così facendo fidelizza la clientela, mentre il cliente finale risparmia non sostenendo costi iniziali.

In Italia, qualcosa si è fatto, soprattutto dal punto di vista normativo con la detrazione del 55%, i certificati bianchi e l’emanazione della D.lgs 115/08 che ha promosso i contratti di rendimento energetico, però tutto questo sembra non essere stato recepito in maniera organica dalle imprese e dalle banche. Se le ESCo latitano, le banche non affrontano nemmeno il tema. Per dovere d’inchiesta ho studiato i prodotti bancari offerti dalle due principali banche italiane, il risultato è retorico, nessuna delle due banche offre un mutuo o un prestito bancario ad hoc per l’efficienza energetica. In tempi in cui la liquidità è nella morsa dello spread e dell’incertezza finanziaria, non sarebbe il caso anche per le banche di provare a creare nuovi opportunità economiche su territori meno battutti?


Per approfondimenti:

http://www.corriere.it/economia/12_dicembre_04/ance-compravendite-costruzioni-pa-imprese_aa7c5e7c-3e22-11e2-ab02-9e37f2f89044.shtml

http://qualenergia.it/articoli/20101112-efficienza-nelle-case-inglesi-la-pagheranno-le-utility

http://qualenergia.it/articoli/20130329-edilizia-le-banche-entrano-nella-riqualificazione-energetica