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ESCO vs Fondazione Cariplo!



     

 

Ci sono 387 ESCO accreditate presso l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, quindi dovrebbero esserci 387 imprese in Italia che propongono, realizzano e soprattutto finanziano interventi di efficienza energetica. Purtroppo la questione è più complessa, le ESCO accreditate presso l’AEGG, sono quelle imprese che hanno, almeno una volta durante la loro attività d’impresa, realizzato un intervento di efficienza energetica. Quindi delle 387 imprese, solo una piccola quota, fa dell’efficienza energetica il loro core business, dandoci l’idea di quanto poco siano diffuse su tutto il territorio nazionale. Eppure se pensiamo alla quantità di edifici energeticamente inefficienti (esempio Regione Lombardia) presenti in Italia, costituito da buona parte del patrimonio pubblico e da tutto il patrimonio privato costruito fino all’avvento della D.lgs 192/05, ci potrebbero essere grossi margini di sviluppo per il mercato delle ESCO.

Parliamo spesso male dello stato italiano e delle sue manchevolezze, normative, burocratiche ed amministrative, però nel 2008, è stata legiferata un’importante legge Dlgs 115/08per cercare di sviluppare il mercato dell’efficienza energetica. Dove viene introdotta la definizione di società di servizi energetici, cioè quella società che ha come missione non solo la realizzazione di interventi di efficienza energetica ai propri clienti, ma, nel farlo, deve affrontare un certo margine di rischio, analizzando e programmando gli interventi e soprattutto garantendo il finanziamento dell’intervento ed un risultato minimo garantito. Le formule di finanziamento che si stanno maggiormente sviluppando sono: il prestito ed il risparmio condiviso. Il prestito consiste nella formula a costo zero, il cliente continua a pagare per un certo numero di anni una somma per i costi energetici pari a quelli che versava in passato, trascorso il periodo contrattuale, entra in possesso dell’impianto sostituito. Il rischio d’impresa è costituito dall’impegno a cedere al cliente tutto il risparmio che verrà conseguito dopo la scadenza del contratto. Mentre nel contratto a risparmio condiviso, a differenza della formula contrattuale sopra descritta, il cliente partecipa fin da subito ai benefici economici indotti dagli interventi di efficienza energetica, la ripartizione generalmente è proporzionata  85% a favore della ESCO ed il restante 15% a favore del cliente. Anche in questo caso tutti rischi connessi al recupero del capitale investito sono comunque a carico delle ESCO.

C’è il mercato, c’è il supporto normativo, mancano però i soldi a sostegno dello sviluppo di queste società. Le banche, stai un po’ alla loro miopia ed al delicato momento che sta attraversando l’economia mondiale, non sono molto disposte a concedere finanziamenti per interventi di efficienza energetica, ma piuttosto a salvaguardare la loro posizione. I sistemi di finanziamento a supporto delle ESCO, come il Fondo kyoto, sono stati mal gestiti, bisogna solo sperare che le pubbliche amministrazioni, bisognose di razionalizzare i costi, credano sempre più nelle possibilità offerte dal finanziamento tramite terzi e dagli interventi di efficienza energetica. Il bando Ambiente della Fondazione Cariplo, presentato da pochi giorni, va proprio in questa direzione, sostenendo lo sviluppo di progetti di efficienza energetica realizzati attraverso l’utilizzo del finanziamento tramite terzi, speriamo sia un l’inizio di una nuova fase.EE