Come si legge in una sezione del sito, per altro ancora attiva, della Cassa Deposito Prestiti, il fondo Kyoto è un fondo rotativo istituito dalla Legge Finanziaria del 2007. L’ammontare del Fondo è, o meglio era (lo capiremo poi) di 600 MLN di euro da distribuire in tre cicli da 200 MLN di euro ciascuno. Dopo un tira e molla durato cinque anni, finalmente nel 2012 è stato emanato il decreto attuativo che metteva a disposizione la prima tranche di finanziamenti. Il Decreto finanziava interventi di efficienza energetica, ad un tasso d’interesse dello 0,5 %, sul patrimonio pubblico e privato, cercando di coinvolgere ambiziosamente le società ESCo.
Io come professionista ho partecipato a quell’esperienza con
il Comune di Valstagna (VI), tralasciando
le modalità burocratiche molto complesse, tralasciando che all’avvio del Fondo
i terminali sono esplosi per le troppe domande, tralasciando che la nostra pratica
è tutt’ora in sospeso, era , correggendo il tiro sulle cose che non
funzionavano, uno strumento con un pttimo potenziale. Soprattutto permetteva alle
ESCo di avere un canale preferenziale per l'accesso al credito per gli
interventi di efficienza energetica. Una volta scaduti i termini di
presentazione e verificata l’ammissibilità delle domande di finanziamento pervenute, si è scoperto che non si era
riuscito a collocare tutto il capitale a disposizione, ma solo 140 MLN di euro.
Una cosa molto strana pensare che in un periodo di crisi economica come quello
che stiamo vivendo, non si sia riuscito a distribuire tutti i finanziamenti a
disposizione.
Ma il fondo non l’avevamo ancora toccato, scusate il giro di
parola ma non ho resistito, perché all’inizio del 2013, l’allora Ministro
Passera che un anno prima aveva annunciato, dopo l’approvazione del Decreto
Kyoto, la creazione di un milione di posti di lavoro nel settore dell’energia,
ha deciso di peggiorare il suo operato, convogliando le risorse residue del fondo
Kyoto ( 460 MLN di euro ) nel “Fondo
per l’occupazione giovanile nel settore della green economy”. L’oggetto del
fondo era quello di erogare finanziamenti a tasso agevolato per realizzare progetti
nei settori della green economy. La concessione di questi finanziamenti era subordinata
all’assunzione di personale under 35, assunta a tempo inderterminato. Con
queste premesse di supercazzola politica (vaghezza dei progetti da presentare e
vincoli per le aziende che volevano accedere al fondo, vedi assunzione di personale a tempo inderterminato),
senza paura di essere smentito sono sicuro che buona parte di questo fondo non
è stato allocato. Questo sospetto è confermato anche dal fatto che non se ne saputo
più nulla.
Ci vuole talento ad avere la disponibilità di denaro
liquido, dedicato per altro ad un settore che potrebbe avere un grosso margine
di sviluppo e di crescita e non riuscirlo a distribuire. Speriamo che qualcuno
ci dica qualcosa e che soprattutto se qualcosa è avanzato si ripristini il
Fondo Rotativo per gli interventi di efficienza energetica, com’era stato
pensato originariamente, sarebbe molto utile per poter contare, in questo periodo, anche sulle
ESCo.
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