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Territori vaghi (3/3)



 











Questo post chiude il ciclo sui territori vaghi. Chiude il ciclo ma non si pone certamente l'obiettivo di dare risposte o soluzioni al problema. Come spiegato infatti nel post introduttivo del 23 maggio, il reportage ha l'obiettivo di far emergere un problema che sempre più risulta evidente per i nostri territori. Le soluzioni si potranno individuare soltanto a posteriori, a seguito di un'approfondita conoscenza e comprensione di queste situazioni.

In queste poche righe proverò a riassumere le principali tematiche emerse in queste breve ciclo di post.

 

  • La questione oneri di urbanizzazione ha sicuramente caratterizzato una stagione (peraltro parecchio lunga, e che ancora sopravvive) di amministrazione della cosa pubblica. Oneri che sono stati indistintamente utilizzati per ripianare le casse comunali e che non hanno, in moltissimi casi, bilanciato gli interventi con i servizi necessari al quartiere, come invece per legge dovrebbe essere.
  • La discrepanza tra domanda ed offerta è un altro tassello importante della questione. Questi quartieri sono infatti legati ad una logica del profitto: sono stati realizzati per un mercato che oggi non c'è più.
  • L'energia andata sprecata nella costruzione di questi quartieri (costruiti con tecnologie costruttive standardizzate e sicuramente altamente energivore) e nella loro manutenzione è un ulteriore tema emerso.

 

Proverò inoltre ad individuare un ulteriore livello di problemi. In Italia esiste un enorme patrimonio immobiliare che versa in condizioni analoghe a quelle documentate nel nostro reportage, del quale spesso i comuni non sono nemmeno a conoscenza e che quindi non viene utilizzato. Ecco allora l'importanza di conoscere, rivalutare e riqualificare il proprio patrimonio da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Bisogna infatti conoscere per poter intervenire. In questo senso sono molte le iniziative messe in campo in questi ultimi anni. Queste attività vengono oggi soprattutto dal basso. Ancora una volta è la sussidiarietà a guidare le buone pratiche. Iniziative come il censimento del cemento o associazioni come temporiuso, piuttosto che applicazioni come impossibleliving, vengono infatti tutte da proposte di privati cittadini o da realtà no profit che in forma associativa hanno deciso di dedicare risorse al bene comune. Ecco allora che le conclusioni che l'indagine suggerisce sono che è giunta l'ora di mettere un freno al consumo di suolo e che l'attuale patrimonio edilizio dev'essere recuperato e riconvertito, e per fare ciò occorrerà una ricognizione sul nostro territorio, anche e soprattutto da parte delle istituzioni che dovranno superare le logiche di cassa legate a dinamiche obsolete come quelle degli oneri di urbanizzazione e fare in modo che i servizi ai cittadini siano in molti casi -dove c'è la volontà e l'intraprendenza da parte degli abitanti- creati direttamente dai cittadini stessi, mettendoli in condizione di poterlo fare attraverso le agevolazioni e l'individuazione di spazi altrimenti dismessi nei quali far crescere la comunità e diminuire lo spreco.

 

Per approfondimenti:

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/info_sul_forum/campagna-per-il-censimento/

Censimento del cemento promosso dal Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori” (aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia che, mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio).

http://www.temporiuso.org/

Associazione nata dalla fusione di associazione culturale Cantieri Isola e gruppo Precare.it composta da attivisti e ricercatori dedita alla promozione della ricerca-azione sulla base di esperienze e sperimentazioni di progetti di riuso temporaneo a Milano e all’estero. Oltre a mappare gli edifici abbandonati propone strategie di intervento, spesso in collaborazione con realtà simili sul territorio italiano ed europeo o con le Pubbliche Amministrazioni. Promuove inoltre un approfondito dibattito sulle politiche del riuso.

http://www.impossibleliving.com/

App (ora anche sul web) che mappa gli edifici abbandonata. Basta iscriversi gratuitamente per segnalare un'antica villa in disuso, un centro commerciale abbandonato o una cascina fatiscente. Ogni edificio ha una scheda con foto, coordinate geografiche e tutte le informazioni utili conosciute dall'utente. 

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/05/recuperare-e-convertire-lesistente-questo-e-il-vero-affare/

I territori vaghi nelle città metropolitane sono spesso riconducibili ad intere aree ex-terziarie, come nel caso di Milano. In questo articolo è evidente il paradosso tra i nuovi grattacieli destinati a terziario appena conclusi a milano e quelli in disuso sempre a milano, in una sorta di logica di mercato simile a quella dei prodotti di largo consumo (aggiungerei di suolo...).


Shooting fotografico

 



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