Internet of thinghs, internet delle cose. Il concetto nasce parecchi anni fa: Kevin Ashton nel 1999 ha coniato il termine con il quale si identifica l'interconnessione degli oggetti di uso comune attraverso la rete o altre sistemi (frequenze radio per esempio) per la loro organizzazione e gestione da remoto e interoperabilità.
Ritengo sia importante affrontare il tema in quanto nonostante la definizione sia vecchia di 15 anni il tema è più che mai attuale. Gli effetti concreti si inziano a vedere oggi e il mercato che l' IoT sta muovendo è notevole. A tal proposito mentre scrivo questo post siamo giunti a quota 12.208.581.500 persone, processi, dati ed oggetti connessi ad internet secondo il Cisco Connecting Counter, un contatore che Cisco ha deciso di mettere in bella mostra sul proprio sito per aumentare l'eco della sua ricerca che si pone come premessa la previsione secondo la quale entro il 2050 le cose connesse ad internet saranno 50 miliardi. A questo ritmo e con questa penetrazione è facile capire come questo sia un tema di grande attualità e che presto coinvolgerà tutti.
Con il nostro pc, tablet, smartphone, siamo sempre connessi alla rete. Questo ci da l'opportunità di poter avere sottocontrollo tutta una serie di oggetti dotati di dispositivi per l'interconnessione. Ad oggi i dispositivi in grado di entrare nell' IoT sono numerosissimi e destinati ad aumentare vertiginosamente. In questo post (in maniera molto limitata ma potremmo scriverne molti altri su questo tema considerando la grande quantità di materiale a disposizione sul tema) ci soffermiamo su quelli che più potrebbero interessarci come abitanti di una casa. Gli elettrodomestici o i dispositivi che ci permettono di controllare le performance della nostra casa e di modificarne il comportamento. Per gli elettrodomestici lo scoglio che si sta cercando di superare è il linguaggio comune. Per l'utente è infatti importante poter dialogare con i propri elettrodomestici attraverso un'unica piattaforma, utilizzando un unico linguaggio. A questo ci sta lavorando homelabitaly, consorzio italiano di ricerca che ha sviluppato il linguaggio Homelab Open Word per far interagire ed interoperare tra loro oggetti domestici diversi tra loro.
Sul versante risparmio energetico come non citare nest, il termostato intelligente che permette di trasformare la vostra casa in una casa domotica in un batter d'occhio e di monitorarne, oltre che di modificarne, i consumi da km di distanza. Nest è la cartina tornasole del valore di questo nuovo business che si cela in questa IoT, in particolare in quella fetta di mercato definita come Smart Home che per ora si attesta al di sotto del 10% di questo settore ma che avrà un peso sempre maggiore, come tutto il comparto. Per capirci, nest -azienda nata nel 2010- è stata acquistata ad inizio 2014 da Google per 3,2 miliardi di dollari. Ed oggi il termostato nest è sul mercato a 249 dollari. Anche google sta investendo sul mercato delle smart home.
Per approfondimenti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Internet_of_Things
http://newsroom.cisco.com/feature-content?articleId=1208342
http://nova.ilsole24ore.com/tag/internet-of-everthing
https://nest.com/thermostat/saving-energy/
http://www.homelabitaly.com/homelab-open-world/
http://economia.panorama.it/tech-social/start-up-internet-cose-perche-grande-opportunita
http://www.wired.it/internet/web/2014/02/25/internet-delle-cose-oggetti-connessi-italia/
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